Entries by francesco (16)

Saturday
Jun072008

amazing translation tool

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Ciao for now!

Monday
May122008

guardando i tetti di bologna nella notte

from Italians con Beppe Severgnini at corriere.it/solferino/severgnini...

Caro Beppe, cari Italians,

Questa notte, guardando i tetti di Bologna, ho ritrovato la grinta per continuare. All'inizio di questo anno ho deciso che il contributo da me dato al lavoro precario era stato più che sufficiente (sette anni) e così all'ennesima proposta di rinnovo con contratto a progetto e con una retribuzione insufficiente ho deciso di dire no grazie, nonostante non avessi alcuna alternativa a disposizione. Ho liberato la mia scrivania e mi sono messa alla ricerca di un lavoro che, magari non esaltante da un punto di vista della mansione, mi desse la possibilità di fare progetti un po' più a lungo termine rispetto al solito. Ho battuto tutte le strade possibili ma i risultati a oggi sono demoralizzanti. E ieri sera in particolare, a causa di un ennesimo fallimento, sono andata a letto con un magone insopportabile. Ma a un certo punto durante la notte mi sono svegliata.

Non avendo più sonno, mi sono avvicinata alla finestra della camera socchiusa e sono stata per un po'a guardare fuori. Ho osservato il cortiletto illuminato da una fioca luce, con le mie roselline da poco sbocciate, le gardenie ancora chiuse e il vaso con il basilico, le bici ordinate e poi le finestre dei vicini. E poi alzando ancora lo sguardo una distesa di tetti dalle tegole rosse, di abbaini, di piccole terrazze. Tutto e tutti addormentati. Nel nero del cielo erano visibili due o tre stelle. E in quel tepore universale di sonno mi sono detta che l'indomani mattina avrei ricominciato a cercare con nuova lena e che non dovevo arrendermi. Non so dire cosa mi abbia dato di nuovo forza, ma spero di potervi scrivere al più presto del mio nuovo lavoro e mandarvi una foto delle gardenie sbocciate.

Maria Sanzone

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Sunday
Apr132008

l'italia non è un paese per vecchi

from Italians con Beppe Severgnini at corriere.it/solferino/severgnini...

Caro Beppe, questo non è un Paese per vecchi. Non che io sia vecchio, ma semplicemente mi sembra che da noi gli anziani e le persone in genere più deboli abbiamo più da rimetterci degli altri. Vado con la metafora del treno. Il treno che prendo la mattina per recarmi al lavoro è un regionale stra-pieno di persone, spesso si viaggia in piedi come sardine, le obliteratrici in stazione sono perennemente rotte e in tre anni non ho mai visto un controllore. L'unico personale presente sul treno sono i due macchinisti che non possono allontanarsi dalla sala macchine: in sostanza il treno è «terra di nessuno». Sono stato abituato dai miei genitori a seguire le normali regole di civile convivenza: rispettare la fila davanti alle porte, far prima scendere le persone sul treno e poi salire, cedere il posto alle persone più anziane, pagare il biglietto. Ma le regole di civile convivenza stanno cambiando, sono diventate regole di incivile sopravvivenza: spostarsi all'arrivo del treno per garantirsi la pole-position all'apertura delle porte, anticipare la discesa delle persone dal treno, mai lasciare un posto trovato libero e possibilmente usare lo stesso biglietto per due mesi. Naturalmente le mie vecchie regole sono obsolete, applicarle vuol dire salire per ultimo, viaggiare sempre in piedi (quando riesco a salire) e pagare soldi che non corrispondono alla qualità del servizio. Comunque mi sto aggiornando, ieri ho ringhiato a chi si intrufolava prima di me all'entrata e ho trovato posto a sedere; poi ho anche notato un signore anziano in piedi ma ho fatto finta di nulla.

Ecco, l'Italia mi sembra come il treno che prendo per andare a lavorare: una terra di nessuno in cui non c'è controllo, strapieno di persone che applicano le regole di incivile sopravvivenza, per cui se non ti adegui rimani uno dei pochi scemi che subiscono. Premesso che a Roma vale il detto «tollerante sì, ma scemo no», secondo te per quanti anni potrò essere tollerante senza essere definito scemo?

Alessandro Colzi

Saturday
Mar292008

italian squeegee politics

A letter to Italian newspaper columnist and author Beppe Severgnini, found on corriere.it. Severgnini's answer follows.

Ciao Beppe, ieri ero a Milano in auto per lavoro. Ad un semaforo mi sono fermato (era rosso) e una donna si è avvicinata al mio parabrezza mimandone il lavaggio. Ho fatto chiaro segno di NO, ASSOLUTAMENTE NO, ma la tipa ha continuato, spruzzandomi acqua e passandomi la spugna per asciugare. Il problema qual è: mi sono incavolato nero! Eccheccavolo, ti avevo detto di no. Mi è perfino venuta voglia di scendere e insultare la tipa. Non l'ho fatto (forse perché nel frattempo era diventato verde e sono ripartito). Ma la domanda - a mente fredda - è: perché mi sono ridotto così? In fondo non ho neanche dato la monetina, e non mi ha 'sporcato' il vetro (l'auto era già di per sé sporca). Perché sono diventato intollerante a questo modo? E' colpa del governo ladro?

Davide Oltolini

Be', obbligare qualcuno alla "pulitura" (virgolette) del vetro è una piccola violenza. Se n'è parlato molto, nei mesi scorsi (ricordate i lavavetri di Firenze?). Non è il primo problema italiano, ovvio; ma non c'è dubbio che queste prepotenze - soprattutto nei confronti di anziani e donne sole - sono da contrastare. Se vogliamo aiutare il prossimo, facciamolo: è bello e giusto. Ma evitiamo di ingrassare le mafiette dei semafori. Quello non è buon cuore; è passività. Le città cambiano anche sconfiggendo le micro-illegalità. Guardate cos'è successo a NY.

Sunday
Jan062008

donne di piacere: laide

di Valeria Palumbo

Go to the tutorino Italian reading practice class page for an exercise on this reading.

Filosofi, retori e artisti: nessuno sfuggì al fascino della ragazza. Laide era bellissima. Eppure ciò che incantava di lei erano la grazia e la piacevolezza della conversazione. Anche per questo fu tanto amata dagli eruditi. Tra di essi, il suo amante più celebre fu Aristippo, un discepolo di Socrate.

Aristippo era nato circa nel 435 a.C., quindi era poco maggiore di Laide e aveva 20 anni quando la ragazza fu portata a Corinto come schiava. Era dotato, oltre che di uno spirito arguto, di buon senso, il che gli impediva di apparire pedante. Lodava la moderazione, ma non rifuggiva il piacere. Gli bastava non esserne schiavo. Adorava per esempio mangiare e non vedeva perché privarsi di tale gioia. A chi lo avvertiva che Laide non lo amava, rispondeva: “Che c’è di strano? Nemmeno i pesci mi amano eppure io li mangio così volentieri!” In effetti, pur apprezzando molto Aristippo, che la pagava lautamente, Laide mantenne sempre la sua clientela e manifestò di preferire Diogene, al quale si concedeva gratis.

Anche a proposito di questa discriminazione Aristippo dimostrò di essere saggio: il filosofo e la sua amata trascorrevano due mesi all’anno insieme sull’isola di Egina per i festeggiamenti in onore di Poseidone. Una volta Aristippo vi incontrò un filosofo siracusano, Iceta, pensatore profondo che aveva già intuito il movimento circolare della Terra, ma pettegolo inveterato. Iceta apostrofò dunque Aristippo con una certa malizia a proposito di Laide: “Le offri così tanto denaro e lei si strofina gratis con Diogene il Cinico”. Aristippo fece spallucce: “Le faccio molti doni per poter godere di lei, non per evitare che qualcun altro faccia lo stesso”. E in un’altra occasione, come è scritto nel secondo Libro delle Successioni dei filosofi di Sozione di Alessandria, un autore del II secolo a.C., Aristippo rispose, a chi gli rimproverava un eccessivo attaccamento a Laide, che la possedeva ma non era posseduto da lei.

Su questo punto però gli antichi erano pronti a giurare il contrario, tanto che un poeta greco del III secolo, Ermesianatte, parlò di una “tremenda passione” e disse che Aristippo per lei rinunciò ai suoi discorsi e “condusse una vita da scioperato”. Quest’ultima affermazione non risulta credibile: Laide non ostacolò mai la carriera dei suoi amanti, per il semplice motivo che era avida di soldi e gloria. Aristippo rimase un edonista, pronto a sedere alla tavola dei potenti e a gustare buoni piatti. Diogene restò invece un barbone che viveva in ostentata e talvolta sudicia povertà: non era ricco, ma era famosissimo.

I due amanti-filosofi di Laide si punzecchiavano spesso. Su grandi temi. E sull’amore dell’etera. Una volta Diogene prese in giro Aristippo, a cui aveva già rimproverato la scarsa coerenza, sottolineando che avrebbe dovuto lasciare Laide oppure convertirsi definitivamente al cinismo, visto che accettava di vivere con una donna di tutti. Solo un vero cinico, chiarì, avrebbe potuto tollerare tanta promiscuità.

Sullo stesso argomento, a un conoscente che gli rimproverava di vivere con Laide, Aristippo rispose: “V’è per caso qualche differenza tra il prendere una casa in cui molti altri già abitarono e il prenderne una in cui non abitò nessuno?” Poiché l’altro rispose: “Nessuna differenza”, egli continuò: “V’è forse allora differenza tra il viaggiare in una nave in cui già viaggiarono diecimila persone e il viaggiare in una in cui non viaggiò nessuno?” “Nessuna differenza”. “E allora non c’è differenza neppure tra il convivere con una donna di cui molti si sono già serviti e il convivere con una donna con cui non convisse nessuno”. Di lasciare Laide, dunque, non se ne parlava nemmeno.

D’altra parte nessuno trovava “trasgressiva” la condotta di Laide: i greci erano severi con le mogli, costrette per lo più in casa, ma apprezzavano la disinibizione delle etere, la loro libertà di spirito, il fatto che frequentassero teatri, feste e banchetti. Laide fu, nella sua epoca, famosa quanto i filosofi che l’amarono. Tra i suoi ammiratori ci fu anche lo scultore Mirone, il più celebre della Grecia. Ottenere udienza da lei, si diceva, era più difficile che averla da un re. Lei stessa si faceva gran vanto della sua inaccessibilità e della coda alla sua porta. Secoli dopo lo scrittore latino Aulo Gellio avrebbe ricordato che era bella come nessuna ed elegantissima, e che gli uomini accorrevano a frotte da tutta la Grecia per giacere con lei, ma che lei non si concedeva se non all’altissimo prezzo stabilito.

Laide giudicava quasi un affronto il fatto che un uomo famoso non richiedesse i suoi favori. In particolare fece di tutto per sedurre il riottoso Demostene. Alla fine lo convinse, ma il grande oratore, che era noto per la sua avarizia, si tirò indietro appena saputo quanto gli sarebbe costata una notte con Laide. Molto più delle lezioni di filosofia impartite dal pur richiestissimo Aristippo. Questo aneddoto pone un problema di date. Demostene nacque nel 384 a.C. quindi aveva circa 30 anni meno di Laide: comprensibile che facesse resistenza.

Saturday
Dec222007

una storia del mondo in sei bicchieri

di Tom Standage

Dato che all’epoca la scrittura non era stata inventata, non esiste documentazione scritta che attesti l’importanza sociale e rituale della birra nella Mezzaluna Fertile durante la più recente Età della Pietra, il Neolitico, fra il 9000 e il 4000 a.C. Molte informazioni, comunque, si possono trarre dalle testimonianze successive dedicate ai modi in cui la birra veniva usata dalle prime civiltà erudite: i sumeri di Mesopotamia e gli antichi egizi. Le tradizioni culturali legate alla birra, in effetti, erano talmente radicate da essere sopravvissute fino ai giorni nostri.

Fin dal principio sembra che la birra abbia ricoperto l’importante funzione di bevanda sociale. Le raffigurazioni sumeriche della birra del III millennio a.C. in genere mostrano due persone che bevono da un vaso comune con delle cannucce. Va sottolineato che all’epoca dei sumeri era già possibile filtrare la birra per mondarla da chicchi, loppa e altri resti, e che l’avvento della ceramica avrebbe facilmente permesso di servirla in coppe individuali. Il fatto che i bevitori di birra continuassero a essere raffigurati in quel modo suggerisce che si trattasse di un rituale che si mantenne anche quando l’uso delle cannucce non fu più necessario.

La spiegazione più probabile di quella predilezione è che al contrario dei cibi, le bevande possono essere condivise in modo genuino. Quando diverse persone bevono dallo stesso vaso, consumano tutte lo stesso liquido; quando si taglia della carne, invece, generalmente si ritiene che alcune parti siano più desiderabili di altre.

Condividere una bevanda con qualcuno, di conseguenza, è un simbolo universale di ospitalità e amicizia. Segnala che della persona che offre da bere ci si può fidare, poiché dimostra che la bevanda non è avvelenata o in altro modo non adatta al consumo. Le prime birre, fermentate in un recipiente rudimentale in un’epoca precedente alle coppe individuali, dovevano essere condivise. Anche se non è più d’uso porgere ai propri ospiti una cannuccia per bere da un recipiente di birra in comune, spesso il tè o il caffè si offrono versandoli da un’unica teiera o caffettiera, come il vino o un liquore da una stessa bottiglia. Quando si beve alcol in compagnia, poi, il gesto del brindisi simbolicamente riunisce i bicchieri in un unico vaso di liquido condiviso. Sono tradizioni dalle origini molto antiche.

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Saturday
Nov242007

il successo

di Ralph Waldo Emerson

Ridere spesso e di gusto; ottenere il rispetto di persone intelligenti e l'affetto dei bambini; prestare orecchio alle lodi di critici sinceri e sopportare i tradimenti di falsi amici; apprezzare la bellezza; scorgere negli altri gli aspetti positivi; lasciare il mondo un pochino migliore, si tratti di un bambino guarito, di un'aiuola o del riscatto di una condizione sociale; sapere che anche una sola esistenza è stata più lieta per il fatto che tu sei esistito. Ecco, questo è avere successo.

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Friday
Nov162007

boomerang

from La grammatica di Dio: Storie di solitudine e allegria, by Stefano Benni

Improvvisamente, un giorno, il signor Remo iniziò a odiare il suo cane.
Non era un uomo cattivo. Ma qualcosa si era rotto dentro di lui quando era rimasto vedovo. Aveva perso la moglie e gli era restato il cane, un botolo salcicciometiccio, grasso e nerastro, con orecchioni da pipistrello. Si chiamava Bum, ovvero Boomerang, perché riportava indietro qualsiasi cosa gli tirassero, con prontezza e perseveranza.
Un tempo il signor Remo e Bum avevano fatto lunghe passeggiate insieme e conversato del mondo umano e canino, di Cartesio e Rin Tin Tin. C’era grande intesa tra loro. Ma ora non si parlavano più. Il signore stava seduto in poltrona guardando il vuoto e Bum si accucciava ai suoi piedi, guardandolo con smisurato affetto. Era quello sguardo di assoluta dedizione e totale fiducia che il signor Remo soprattutto detestava.
Il mondo non era che perdita, solitudine e dolore. Che senso aveva in questo pianeta orribile quella creatura incongrua, che scodinzolava e uggiolava di gioia, e riempiva del suo peloso, sovrabbondante amore una casa desolata?
Il padrone iniziò a non dar più da mangiare al cane. Lo lasciava anche due giorni senza cibo. Ma Bum continuava a seguirlo amorosamente. Quando il signor Remo si sedeva a tavola per il suo pasto, il cane non chiedeva nulla, né si avvicinava. Guardava con mite curiosità, e negli occhi aveva scritto: se tu mangi, ebbene anche io mi sazio. E più il padrone si ingozzava, ostentatamente e rumorosamente, più tenero diveniva lo sguardo di Boomerang. E quando finalmente il cane veniva sfamato, non correva frenetico alla ciotola, no... scodinzolava composto e riconoscente come per dire: avrai le tue buone ragioni se mi hai fatto digiunare, ti ringrazio oggi che ti sei ricordato.
Il padrone, forse avvelenato dall’ultima stilla di rimorso, si ammalò. Gli venne la febbre alta e Bum lo vegliò. Nella notte, quasi nel delirio, il signor Remo si destava e vedeva gli occhi spalancati e amorevoli del cane, e le lunghe orecchie dritte, come antenne. E sembrava dire: anche la morte morderò, padrone mio, se si avvicina a te.
Nell’anima ormai riarsa del signor Remo, l’odio per quell’amore smisurato crebbe. Non portò fuori il cane per quattro giorni.
Bum aprì con la zampa la porta del terrazzo e lì pisciò con discrezione. Contrasse il suo metabolismo a venti gocce di urina e un cece fecale ogni due giorni. Non guaì, né diede segni di nervosismo, solo ogni tanto guardava il giardino fuori dalla finestra emettendo un piccolo sbuffo, come un sospiro di nostalgia, ma niente più.
Il padrone guarì e, appena rimessosi in piedi, senza una ragione, tirò un calcio al cane.
Bum si nascose sotto il letto e il signor Remo si vergognò.
Lo chiamò, il cane venne. Il padrone gli fece una carezza falsa e forzata e disse:
– Bum, devo abbandonarti. Mi dispiace. Non riesco più a occuparmi di te. Anzi, ma questo tu non lo puoi capire, ti detesto.
Il cane lo guardò con infinito affetto e dedizione.
Perché non lo affidò a un canile o a qualche conoscente? Per pigrizia, anzitutto. Ma anche perché ricordava una frase della moglie. Gli aveva detto: Remo, se io morissi, mi raccomando, non lasciare solo il nostro Bum.
Allora Remo si era arrabbiato per quella frase: come si poteva dubitare di questo?
E invece, povera Dora, lei conosceva bene il grumo di cattiveria dentro al cuore del marito.
Lei lo aveva abbandonato.
E abbandonando il cane, ora lui si prendeva una folle rivincita sul destino.


Così il signor Remo prese la macchina e portò Boomerang fuori città, in un grande prato dove spesso giocavano insieme.
Il padrone camminava dietro e il cane davanti.
Remo notò la caratteristica camminata aritmica di Bum. Ogni dodici passi ne zoppicchiava uno, alzando la zampetta posteriore come se il terreno bruciasse.
Spesso lui e la moglie avevano trovato buffa e irresistibile questa andatura.
Ora il padrone guardava ondeggiare il grasso sedere di Bum con disgusto.
Perciò, quando furono lontani da occhi indiscreti, legò il cane a un albero e senza voltarsi se ne andò.
Tornò a casa, e cucinò con cura, come non faceva da tempo.
Calciò la ciotola di Bum in un angolo.
Prese il guinzaglio e la museruola, e li buttò nella spazzatura.
Ma quella notte verso le tre, sentì grattare alla porta. Era Boomerang.
Un po’ sporco e bagnato, gli saltò addosso festoso, e fece il giro della casa per manifestare la sua gioia. Non sospettava nulla. Non c’era posto per il tradimento, nel suo cuore semplice e quadrupede.
Il signor Remo quasi non dormì per la rabbia. Sognò massacri di foche e colbacchi di barboncino.

 

Domande

1. Come si chiamava il cane di signor Remo?

2. Cosa iniziò a fare un giorno Signor Remo?

3. Il signor Remo dove portò in macchina un giorno il cane?

4. Poi che cosa fece?

5. Cosa sentì quella notte verso le tre?

 

 

 


Risposte

1. Boomerang.

2. Iniziò a odiare il suo cane.

3. Fuori città, in un grande prato.

4. Legò il cane a un albero.

5. Sentì grattare alla porta il cane.

Friday
Nov022007

mcdonald's chiude ad altamura

from ecoblog.it

McDonald’s e i suoi panini non sono riusciti a sopravvivere alla concorrenza di un panettiere di Altamura, in Puglia, capace di competere egregiamente con il gigante statunitense a colpi di focacce farcite e pane alle olive e pomodorini.

I clienti si sono via via spostati dal “globale” fast food alla “locale” panetteria fino a spopolare il primo che, nonostante un cambio di direttore e vari tentativi di animazione e ri-animazione, è stato spinto alla chiusura. Adesso al suo posto c’è una banca.

Il panettiere di Altamura vincitore di questa battaglia si chiama Luca Digesù e sogna di aprire una panetteria a Roma e da li di esportare i suoi prodotti in tutto il Mondo.

 

Domande sulla lettura

To answer the questions online visit the tutorino Italian readings class page, or print them out below.

1. Che lavoro fa Luca Digesù?
2. A quale città e in quale regione?
3. Cosa c'è adesso al posto del McDonald's di Altamura?
4. Allora il McDonald's del paese è ancora aperto, sì or no?
5. Da chi è stato spinto alla chiusura il ristorante americano?
6. Insomma, ad Altamura dove si sono spostati i clienti del globale fast food?

 

 

 

 

Risposte

1. Il panettiere.
2. Ad Altamura, in Puglia.
3. Una banca.
4. No.
5. Da Luca Digesù.
6. Alla locale panetteria.

Thursday
Sep272007

ennio morricone

adapted from leonardo.it

Ennio Morricone, nome tra i più leggendari della musica da film internazionale, nasce a Roma il 10 novembre 1928, primo di 5 figli: il padre Mario è suonatore di tromba e la madre Libera Ridolfi, casalinga. All'età di 10 anni inizia a frequentare il Conservatorio di S.Cecilia nella classe di Tromba di Umberto Semproni. L'insegnante di Armonia complementare Roberto Caggiano intuisce le precoci doti del giovane Ennio e gli suggerisce lo studio della composizione, che inizierà nel 1944.

E' nel 1955 che Ennio Morricone imbocca quella che riconoscerà come la sua vera strada, iniziando ad arrangiare musiche per il cinema.

Nel 1964 nasce un sodalizio destinato a segnare un'epoca: la collaborazione con Sergio Leone e il suo cinema western che gli darà grande fama – "Per un pugno di dollari," 1964; "Il buono, il brutto e il cattivo," 1966. Con Sergio Leone firmerà anche il pluripremiato "C'era una volta in America.”

Altri premi e riconoscimenti…

1986 - Nomination all'Oscar, Bafta e Golden Globe Award per le musiche del film "Mission"

1988 - Nastro d'argento, Bafta, Grammy Award e Nomination all'Oscar per le musiche del film "Gli intoccabili" (The untouchables)

1989 - David di Donatello per le musiche del film "Nuovo Cinema Paradiso"

1989 - Pardo d'Oro alla carriera (Festival del Cinema di Locarno)

1990 - Bafta, Prix Fondation Sacem del XLIII Festival del Cinema di Cannes e David di Donatello per le musiche del film "Nuovo Cinema Paradiso"

1992 - Grolla d'oro alla carriera (Saint Vincent)

1994 - Premio Golden Soundtrack dell'ASCAP (Los Angeles)

1995 - Leone d'oro alla carriera (52a Biennale del Cinema di Venezia)

Nel 1995 su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri Lamberto Dini, il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro gli conferisce l'onorificenza di Commendatore dell'Ordine "Al Merito della Repubblica Italiana".

Nel 2007 l'Academy Awards americana conferisce ad Ennio Morricone il premio Oscar alla carriera.

 

Domande

1. Quando nasce Ennio Morricone?
2. Dove?
3. Quando inizia per prima a frequentare il conservatorio?
4. Quando inizia ad arrangiare musiche per il cinema?
5. Con chi collabora negli anni sessanta?
6. Per quale film ha vinto il David di Donatello nel 1989?
7. Quale premio ha vinto nel 2007?

 

 

Risposte

1. Il 10 novembre, 1928. 2. A Roma. 3. All'età di 10 anni. 4. Nel 1955. 5. Sergio Leone. 6. Nuovo Cinema Paradiso. 7. L'Oscar alla carriera.

Thursday
Sep132007

l'illusione del bene

from L'illusione del bene, a novel by Cristina Comencini

Prima dell’incontro con Sonja mi svegliavo ogni mattina con la sensazione di essere un uomo in lutto. Non di una persona amata ma di un’idea del mondo, di un sogno. Mi chiedevo con rabbia come mai nessuno si interrogasse sulle ragioni della sua morte. Mi pareva anzi che la maggior parte della gente che conoscevo cercasse di non accorgersene. Vivevano senza passione la loro vita amputata dal sogno o fingevano che non fosse mai svanito. Io invece mi chiedevo incessantemente com’era avvenuto che ci fosse sembrato possibile, reale, realizzabile. Mi sentivo alternativamente in colpa per essermi risvegliato così tardi e colpito da improvvise nostalgie del passato, di posti che lo richiamavano, volti, giovinezze, speranze. Ero solo, inconcludente e rabbioso. L’unica cosa che mi appassionava era pensarci e parlarne.

Nelle serate fra amici cercavo senza successo di avviare il discorso.

“Ho una donna di servizio rumena, viene da me tre giorni la settimana. Ha letto i romanzi dell’Ottocento francese, li ha studiati a scuola, a Bucarest, prima di andare a lavorare in fabbrica: Zola, Victor Hugo, i grandi scrittori delle ingiustizie sociali, e i romanzi russi. Si chiama Eugenia, come Eugénie Grandet. Non è capace di contraddirmi. Ho provato a farle capire come potrebbe svolgersi tra noi una discussione: ‘Io ti dico una cosa, tu ne dici un’altra e ognuno sostiene la propria idea’. Fa cenno di sì, ma poi se le chiedo cosa pensa di una certa questione tace, mi guarda, mi scruta a lungo, e invece di rispondermi mi chiede a sua volta: ‘Che pensi tu?’. Intendiamoci, discutiamo di gerani da piantare sulla terrazza, di cibi, della spesa da fare – questi sono i nostri argomenti –, eppure non si fida. O semplicemente ha paura di contraddirmi.”

Un’amica seduta di fronte mi guarda severa.

“Gente che ha letto Zola costretta a piantare i nostri gerani!”

Mi sento subito in colpa, così invece di attaccare mi difendo.

“A Bucarest non riuscivano a vivere: da qui mantiene la famiglia, compreso il marito. E poi d’altronde è stato il comunismo a ridurre così il suo paese...”

Il marito della mia amica, urtato, si alza a prendere da bere dopo avermi lanciato un:

“Cosa c’entra? Lo sai che sei fissato? Passi dai gerani al comunismo! E tu le hai chiesto qualcosa del suo paese?”.

Rispondo alla sua schiena che si allontana.

“Certo. I primi tempi ci ho provato: le ho chiesto di Ceausescu, della sua fine, cos’è successo in quei giorni, se erano stati contenti, se erano scesi in piazza... Mi ha guardato in silenzio, un silenzio più lungo di quello dei gerani, e poi mi ha ripetuto: ‘Che pensi tu?’. È una donna sottile, intelligente, sensibile, ma non può esporsi né contraddirmi.”

Anche la mia amica si alza a prendere da bere.

“Sei il padrone, non le conviene.”

L’ultimo rimasto nell’angolo con me si allontana cambiando definitivamente discorso.

“Qualcuno prima o poi dovrà pur farla, una buona legge sull’immigrazione.”

Resto solo. Penso ai miei compagni di un tempo, alle discussioni senza fine. All’intimità delle sere, all’energia dei nostri anni. Dove sono finiti gli altri? Perché abbiamo smesso di interrogarci? Perché sono solo in quell’angolo di salotto?

Domande

1. Con quale sensazione si svegliava ogni mattina il protagonista?

2. Di che cosa si sentiva di essere in lutto?

3. Come viveva la maggior parte della gente che conosceva?

4. Cosa cercava di fare nelle serate fra amici?

5. E' riuscito?

6. Di dov'è la donna di servizio del protagonista?

7. Cosa si chiede quando gli amici lo lasciano?

8. Il protagonista è una persona soddisfatta della vita?

 

Risposte

1. Con la sensazione di essere un uomo in lutto.

2. Di un'idea del mondo, di un sogno.

3. Senza passione.

4. Cercava di avviare il discorso.

5. No.

6. Della Romania.

7. Dove sono finiti gli altri? Perché abbiamo smesso di interrogarci? Perché sono solo in quell’angolo di salotto?

8. No.

Tuesday
Sep042007

funny classifieds

Ciao guys. I'm keeping this week's readings update light - some funny napoletano classifieds. It's too hard to think of comprehension questions for ads, and anyway I just wanted this to be a fun one, so no questions this week. Regular format resumes next update. C4N!

Annunci divertenti napoletani

from blog.libero.it/CercoEvaKent32/

Camorrista impartisce lezioni private di guida sportiva. No principianti.

Astrochiromante diplomata con corso di formazione della Regione Campania predice futuro o effettua pulizie delle scale e finestroni dei palazzi a prezzi interessanti.

Automobile con la scritta Guardia di Finanza, vendesi. Identica a una vera. Affarone!!!

Rinomata multinazionale leader nel settore cerca persone che non risultano all'anagrafe. Mò non vi possiamo spiegare in due righe come funziona la storia, contattateci per un colloquio privato.

Scuola di musica moderna "New Armony" organizza corsi di chitarra, pianoforte, batteria e sassofono. Corsi speciali per femmine, bambini e cafoni arricchiti. Imparati a suonare che stiamo per entrare in Europa.

Universal 2000 service s.r.l. seleziona collaboratrici bella presenza per interessante attività nel campo delle pubbliche relazioni. No incinte.

Vuoi vedere che riesco a fare col pallone di pallacanestro? Incontriamoci!!!

Vasetto antico, identico a quello rubato al Gran Maestro Templare della loggia di Glastonsbury, vendo o scambio con moto d'acqua.

Animali di qualsiasi tipo, vendo o ve li uccido anche a gratis.

Apparecchiatura per tomografia assiale computerizzata, identica a quella rubata a Ospedale S. Maria Pietosa degli Orfanelli Ciechi, vendesi a clinica privata. No perditempo!

Bambini da crescere o già cresciuti, provenienti da tutto il mondo vendesi. No documenti.

Bellissimo quadro antico raffigurante due vecchi che si vattono a mazzate vendesi a intenditore.

Cameriera laureata con lode in lettere moderne impartisce lezioni private scuole medie e superiori. Si paga prima!

Circolo ricreativo "Don Bosco" cedesi causa autobomba.

Divina Commedia illustrata da Gustavo Dorè identica a quella che fino all'altro giorno era a disposizione di tutti nella biblioteca provinciale, scambierei con schede telefoniche da collezione.

Dottoressa in lettere, laureata col massimo dei voti, effettua doposcuola bambini scuole elementari e medie (no materie scientifiche). Solo pagamento contanti.

DJ Pino Catramaro offresi feste private, anche delinquenti.

Finanziere vende giochi Playstation e PC anche in italiano, tutti i giochi sono funzionanti al 100%. Scrivere per ricevere lista.

Gong cinese rubato nel 1975 al batterista dei Pooh vendo causa candidatura al Parlamento Europeo.

Hai meno di diciotto anni e vuoi diventare attrice? La Hot-Video 2000 ha l'occasione che fa per te. No perditempo.

Interessante offerta di lavoro per incensurati disposti a viaggiare. Noi diciamo, tu ci pensi, ci rifletti con calma e poi ci fai sapere.

Language International School organizza corsi di Inglese per femmine e per persone molto anziane. Sbrigati che stiamo per entrare in Europa!

Latino, Greco, Italiano, Storia e Geografia collaboratrice domestica impartisce lezioni a prezzi convenienti. Non si accettano buoni pasto.

Mummia egiziana, identica a quella che stava esposta ai musei vaticani fino a pochi giorni fa, vendo o scambio con telefonino funzionante.

Porto d'armi, vendo o scambio con patente per motoscafo.

Presepe sexy, unico al mondo, lo vedi e non ci credi. Vendo o fitto.

Saturday
Aug182007

obesità pubblicitaria

from beppegrillo.it - one of Italy's (and the world's) most visited blogs

Non è buono ciò che è buono. Se ha un marchio è buono. Se non lo ha è insipido. Il contenuto è indifferente. Mangiamo il contenitore. Mangiamo la pubblicità del contenitore.

Una ricerca dell’Università di Stanford sulla scelta del cibo da parte dei bambini ha provato che McDonald è più buona. Stesse patatine fritte, scelta tra confezione con il marchio e senza. Il 77% dei bambini ha preferito la patatina McDonald.

La pubblicità televisiva fa la differenza. La pubblicità dei cibi per i bambini, in cui i bambini sono l’oggetto, il target, l’ascoltatore plagiato. Trasformati in apprendisti consumatori. La merendina, le patatine, i biscotti, i wurstel, le bevande e tutto il resto. Questa pubblicità va vietata. L’obesità infantile in Italia non esisteva, oggi è la norma. E’ un’obesità pubblicitaria. Il virus ingrassante è lo spot.

La pubblicità è pericolosa per gli adulti, ma per i bambini può essere letale. E’ pedofilia commerciale, abuso di menti in formazione. I bambini devono abituarsi a mangiare cibi, non brand. E se possibile senza contenitore. Il latte, ad esempio, deve tornare ad essere solo latte. Mucca, latte, bottiglia, bambino. Semplice. In alcuni paesi è possibile comprare il latte, solo latte e niente brand, da distributori automatici. Si arriva con una bottiglia e si fa il pieno. E il latte è locale e costa meno. Chiedetelo anche al vostro comune.

Secondo il libro bianco della Comunità Europea sull’obesità del 2007: “Negli ultimi trent’anni il numero degli obesi in Europa è cresciuto in modo drammatico, in particolare tra i bambini, dove il numero di obesi è stato stimato nel 30% nel 2006”. Dalla cucina mediterranea ai sofficini e alla carne in scatola. Mamme italiane dove siete? I vostri figli non devono ingrassare come me.

Domande

As usual, to do the questions online visit the Italian readings class page.

1. Qual è la causa dell'obesità secondo Grillo?

2. Secondo lui, cosa mangiamo veramente, il contenuto o il contenitore?

3. Quanti bambini hanno scelto la patatina McDonald nella ricerca di Stanford?

4. Come la descrive Grillo la pubblicità dei cibi in cui i bambini sono l’oggetto?

5. Qual era il numero stimato di bambini obesi in Europa nel 2006?

6. Quando è cresciuto il numero?

7. Secondo Grillo, cosa si devono abituare a mangiare i bambini?

 

 

Risposte

1. La pubblicità. 2. Il contenitore. 3. Il 77%. 4. Pedofilia commerciale. 5. Il 30%. 6. Negli ultimi trent'anni. 7. Cibi, non brand.

Wednesday
Aug012007

italiani in vacanza

(from repubblica.it)

Secondo i dati di Telefono blu siamo nel pieno dell'esodo estivo
E dalla Cina alla Spagna, il mare è sempre la meta preferita

Città vuote e assalto alle spiagge
In vacanza 22 milioni di italiani
Le grandi città si svuotano: a Roma partiti oltre la metà degli abitanti

ROMA - E ora siamo a quota 22 milioni. Parliamo ovviamente, visto il periodo, degli italiani in vacanza. Oggi, avverte Telefono blu, sono 9 milioni gli italiani che partono per la vacanza con la 'V' maiuscola e 5 milioni quelli che debbono accontentarsi del fine settimana. E' il più grande esodo fin ora registrato, con le grandi città che puntualmente si svuotano: a Roma si prevede che oltre la metà degli abitanti ha salutato amici e parenti per le agognate vacanze. Lo segnala Telefono Blu, avvertendo che domenica ci saranno oltre 22 milioni di italiani fuori delle città in località turistiche.

Puntuale arriva anche la stima sulle mete preferite: il 73% ha scelto l'Italia. Per gli altri, oltre i due terzi degli italiani si divide tra Europa e Mediterraneo, mentre il resto ha organizzato viaggi extracontinentali.

In Italia a farla da padrone sono sempre le spiagge: in testa Romagna, Sardegna, Versilia, Ponente Ligure, Veneto e Marche. Per quanto riguarda le isole, Ischia e l'Elba sono le regine incontrastate. Bene anche i laghi, in particolare quello di Garda, che registra un tutto esaurito con una forte presenza di turisti inglesi.

Ma la voglia di mare non è un fenomeno solo italiano. Basta dare uno sguardo alla Corea del Sud e all'impressionante affollamento domenicale della spiaggia di Haeundae, vicino Seoul, o a quella di Qingdao, nella provincia cinese di Shandong. Ma anche nel Vecchio continente le cose non vanno meglio: la spiaggia spagnola di Malvarrosa, vicino Valencia, fa segnare il tutto esaurito, così come quella albanese di Crowded. Un tuffo in acqua, anche se spalla a spalla con altri, resta per molti la vacanza ideale.

 

Domande

To do the questions online, visit the tutorino Italian readings class page.

1. Quanti sono gli italiani in vacanza?

2. Oltre la metà degli abitanti di quale città sono partiti?

3. Quanti sono gli italiani che trascorreranno le vacanze nel proprio paese?

4. Qual è la meta preferita degli italiani in vacanza?

5. E le isole invece, quali sono le più visitate?

6. E il lago?

7. La voglia di mare è un fenomeno solo italiano?

8. In quale altro paese europeo si mostra una voglia simile?

 

Risposte

1. 22 milioni.
2. Di Roma.
3. Il 73%.
4. La spiaggia.
5. Ischia e l'Elba.
6. Garda.
7. No.
8. Nella Spagna.

Thursday
Jul192007

adriano olivetti

(from leonardo.it)

Adriano Olivetti nasce a Ivrea l'11 aprile del 1901. La vocazione per il mondo dell'industria la eredita dal padre Camillo, un ingegnere, che nel 1908 fonda a Ivrea "la prima fabbrica italiana di macchine per scrivere."

Dopo essersi laureato in chimica industriale al Politecnico di Torino, nel 1924 inizia a lavorare nell'azienda paterna come operaio. Molti anni più avanti, dirà al giovane Furio Colombo: "[...] io voglio che lei capisca il nero di un lunedì nella vita di un operaio. Altrimenti non si può fare il mestiere di manager, non si può dirigere se non si sa che cosa fanno gli altri."

L'anno seguente, Olivetti compie un viaggio negli Stati Uniti, viaggio che gli offre l'opportunità di visitare decine di fabbriche fra le più avanzate. Per la sua sensibilità questo è uno stimolo fortissimo. Tornato in Italia, infatti, si mette in testa di aggiornare e modernizzare la Olivetti, con una serie di progetti pensati da lui. Fra le novità introdotte si trovano idee originalissime e all'avanguardia, caratterizzate da un'attenta e sensibile gestione dei dipendenti, sempre guardati dal punto di vista squisitamente umano prima che come risorse produttive. Sulla spinta di questo entusiasmo innovatore, di lì a poco avvia anche il progetto della prima macchina per scrivere portatile che uscirà nel 1932 con il nome di MP1.

La nuova organizzazione fa aumentare in maniera significativa la produttività della fabbrica e le vendite dei prodotti. Alla fine del 1932 è nominato Direttore Generale dell'azienda, di cui diventerà Presidente nel 1938 subentrando al padre.

Tra la fine degli anni '40 e la fine degli '50 la Olivetti porta sul mercato alcuni prodotti destinati a diventare veri oggetti di culto per la bellezza del design, ma anche per la qualità tecnologica e l'eccellenza funzionale: tra questi la macchina per scrivere Lexikon 80 (1948), la macchina per scrivere portatile Lettera 22 (1950), la calcolatrice Divisumma 24 (1956). La Lettera 22 nel 1959 verrà indicata da una giuria di designer a livello internazionale come il primo tra i cento migliori prodotti degli ultimi cento anni.

Il 27 febbraio 1960, nel pieno di una vita ancora vulcanica e intensa, muore improvvisamente durante un viaggio in treno da Milano a Losanna, lasciando un'azienda presente su tutti i maggiori mercati internazionali, con circa 36.000 dipendenti, di cui oltre la metà all'estero.

 

Domande

To do the questions online visit the tutorino Italian readings class page. Or click the printer icon below to do them offline.

1. Quando e dove è nato Adriano Olivetti? - L'_____ a _____.

2. Che cosa si produceva nella fabbrica fondata da suo padre? - Le _____.

3. All'inizio il giovane Olivetti ci lavorava come manager? (Sì o no.) - _____.

4. Che cosa faceva invece? - L'_____.

5. Che cosa ha capito da quest'esperienza? - "Il _____."

6. Dove ha viaggiato Olivetti nel 1925? - Negli _____.

7. Da che cosa erano caratterizzate le idee introdotte da Olivetti quando è tornato? - Da un'_____.

8. Com'erano guardati i dipendenti prima, dal punto di vista umano o come risorse produttive? - _____.

9. Perché sono diventati oggetti di culto i prodotti Olivetti? - Per _____, la _____ e l'_____.

10. Quando è morto Olivetti? - Nel _____.

 

Risposte

1. L'11 aprile del 1901 a Ivrea.
2. Le macchine per scrivere.
3. No.
4. L'operaio.
5. "Il nero di un lunedì nella vita di un operaio."
6. Negli Stati Uniti.
7. Da un'attenta e sensibile gestione dei dipendenti.
8. Dal punto di vista umano.
9. Per la bellezza del design, la qualità tecnologica e l'eccellenza funzionale.
10. Nel 1960. 

Friday
Jul062007

l'amore nel bosco

(from alfemminile.com)

Nadia, 35 anni

Una domenica mattina ho proposto a mio marito di andare a fare un giro nel bosco, per respirare un po'. Quando siamo arrivati abbiamo iniziato a raccogliere funghi e castagne. Dopo un'oretta non so perché ma mi è venuta voglia di fare l'amore... Sarà stata l'aria! L'ho detto a mio marito, con fare malizioso, e lui non si è tirato indietro, anche se era un po' sorpreso.

Ci siamo messi contro un albero e abbiamo iniziato i preliminari e poi ci siamo stesi per terra. Abbiamo fatto le cose per bene, senza fretta...

Nel tornare indietro abbiamo incontrato una coppia di pensionati che ci ha chiesto se avessimo raccolto molti funghi e ci fossero degli animali, perché avevano sentito dei rumori strani...

È un ricordo indimenticabile, anche perché da quell'avventura è nato Matteo!

 

Domande

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1. Quanti anni ha Nadia?

2. Perché ha proposto al marito di fare un giro nel bosco?

3. Cosa facevano prima di fare l'amore?

4. Cosa vuol dire "castagne" in inglese?

5. Il marito si è tirato in dietro quando Nadia gli ha chiesto di fare l'amore lì nel bosco?

6. Cosa vuol dire "tirare in dietro"?

7. Chi hanno incontrato nel tornare indietro?

8. Cos'è un pensionato?

9. Che cosa avevano sentito i pensionati?

10. Perché è indimenticabile quest'avventura?

11. Dove hanno fatto l'amore Nadia e suo marito?

12. Cos'è un bosco?

13. Perché l'hanno fatto?

 

Risposte

1. 35
2. Per respirare un po'
3. Raccoglievano funghi e castagne
4. Chestnuts
5. No
6. To pull back
7. Una coppia di pensionati
8. Pensioner or retiree
9. Dei rumori strani
10. Perché ne è nato loro figlio Matteo
11. Nel bosco
12. Woods, forest
13. Sarà stata l'aria!