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Sunday
Apr132008

l'italia non è un paese per vecchi

from Italians con Beppe Severgnini at corriere.it/solferino/severgnini...

Caro Beppe, questo non è un Paese per vecchi. Non che io sia vecchio, ma semplicemente mi sembra che da noi gli anziani e le persone in genere più deboli abbiamo più da rimetterci degli altri. Vado con la metafora del treno. Il treno che prendo la mattina per recarmi al lavoro è un regionale stra-pieno di persone, spesso si viaggia in piedi come sardine, le obliteratrici in stazione sono perennemente rotte e in tre anni non ho mai visto un controllore. L'unico personale presente sul treno sono i due macchinisti che non possono allontanarsi dalla sala macchine: in sostanza il treno è «terra di nessuno». Sono stato abituato dai miei genitori a seguire le normali regole di civile convivenza: rispettare la fila davanti alle porte, far prima scendere le persone sul treno e poi salire, cedere il posto alle persone più anziane, pagare il biglietto. Ma le regole di civile convivenza stanno cambiando, sono diventate regole di incivile sopravvivenza: spostarsi all'arrivo del treno per garantirsi la pole-position all'apertura delle porte, anticipare la discesa delle persone dal treno, mai lasciare un posto trovato libero e possibilmente usare lo stesso biglietto per due mesi. Naturalmente le mie vecchie regole sono obsolete, applicarle vuol dire salire per ultimo, viaggiare sempre in piedi (quando riesco a salire) e pagare soldi che non corrispondono alla qualità del servizio. Comunque mi sto aggiornando, ieri ho ringhiato a chi si intrufolava prima di me all'entrata e ho trovato posto a sedere; poi ho anche notato un signore anziano in piedi ma ho fatto finta di nulla.

Ecco, l'Italia mi sembra come il treno che prendo per andare a lavorare: una terra di nessuno in cui non c'è controllo, strapieno di persone che applicano le regole di incivile sopravvivenza, per cui se non ti adegui rimani uno dei pochi scemi che subiscono. Premesso che a Roma vale il detto «tollerante sì, ma scemo no», secondo te per quanti anni potrò essere tollerante senza essere definito scemo?

Alessandro Colzi

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