A letter to Italian newspaper columnist and author Beppe Severgnini, found on corriere.it. Severgnini's answer follows.
Ciao Beppe, ieri ero a Milano in auto per lavoro. Ad un semaforo mi sono fermato (era rosso) e una donna si è avvicinata al mio parabrezza mimandone il lavaggio. Ho fatto chiaro segno di NO, ASSOLUTAMENTE NO, ma la tipa ha continuato, spruzzandomi acqua e passandomi la spugna per asciugare. Il problema qual è: mi sono incavolato nero! Eccheccavolo, ti avevo detto di no. Mi è perfino venuta voglia di scendere e insultare la tipa. Non l'ho fatto (forse perché nel frattempo era diventato verde e sono ripartito). Ma la domanda - a mente fredda - è: perché mi sono ridotto così? In fondo non ho neanche dato la monetina, e non mi ha 'sporcato' il vetro (l'auto era già di per sé sporca). Perché sono diventato intollerante a questo modo? E' colpa del governo ladro?
Davide Oltolini
Be', obbligare qualcuno alla "pulitura" (virgolette) del vetro è una piccola violenza. Se n'è parlato molto, nei mesi scorsi (ricordate i lavavetri di Firenze?). Non è il primo problema italiano, ovvio; ma non c'è dubbio che queste prepotenze - soprattutto nei confronti di anziani e donne sole - sono da contrastare. Se vogliamo aiutare il prossimo, facciamolo: è bello e giusto. Ma evitiamo di ingrassare le mafiette dei semafori. Quello non è buon cuore; è passività. Le città cambiano anche sconfiggendo le micro-illegalità. Guardate cos'è successo a NY.